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Il pensiero
Domenica 2 febbraio 2025
Carissimi amici,
quest’anno il calendario ci porta a festeggiare di domenica, a quaranta giorni dalla sua nascita, la Presentazione al Tempio di Gesù che nella tradizione cristiana orientale è chiamata la festa dell’Incontro del Signore (Ipapante). Quaranta giorni dopo la sua nascita, Maria e Giuseppe presentano Gesù bambino al Tempio, secondo la legge di Mosè: “Sono lì ad assolvere un gesto di obbedienza secondo la Legge mosaica: un’offerta da compiere per riscattare il primogenito, un rito che ricorda che la vita appartiene a Dio e a lui ne va riconosciuto il dono” (P. Curtaz). Qui Gesù incontra il suo popolo, simboleggiato da due anziani: Simeone, uomo giusto e pio, e Anna, un’arzilla ottantaquattrenne, che vive nel Tempio votata a Dio, offrendogli digiuni e preghiere. Simeone, che rappresenta e incarna l’attesa del suo popolo, accoglie Gesù tra le braccia e gioisce: finalmente la sua attesa, durata una vita, è appagata! Ha finalmente tra le braccia il Messia che riconosce come tale. La preghiera intensa di Simeone che finalmente vede l’atteso è bellissima: ora è sazio, soddisfatto, ora ha capito, ora può andare, ora tutto torna. Essi rappresentano due atteggiamenti che tante volte perdiamo nella vita: l’attesa e la lode. Simeone è colui che ha saputo attendere tutta la sua vita, senza trasformare l’attesa in pretesa. Anna è colei che nonostante abbia sofferto, non ha trasformato la sua sofferenza in frustrazione ma in lode. Saper attendere e saper ringraziare sono due atteggiamenti che ci mettono sempre nella condizione di incontrare Gesù. Non credo che esistano definizioni migliori di Gesù se non quella di luce. Egli infatti è quella luce che ha rischiarato il buio del mondo, le tenebre di ogni disperazione, le ombre di ogni morte. Ecco perché la festa della Presentazione di Gesù al Tempio è una di quelle feste che devono imprimersi davvero nella nostra memoria interiore. In questo giorno, nel passato, venivano benedetti i ceri che avrebbero illuminato le chiese (Candelora). Di qui l’uso di benedire le candele da conservare nelle case e da accendere in famiglia quando si prega oppure quando viene portata la Comunione agli infermi. In questa Giornata per la vita chiediamo al Signore che ci renda capaci di generare vita e di non perdere la speranza che viene dall’alto.
Buona domenica e buona settimana.
Don Paolo, don Désiré, fra Luca, diacono Pierlorenzo
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