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Il pensiero
Domenica 19 gennaio 2025
Carissimi amici,
dopo la festa del Battesimo di Gesù, iniziamo il tempo ordinario con alcuni versetti del Vangelo di Giovanni: le nozze di Cana. Giovanni è l’unico che ci parla delle nozze di Cana, il primo evento pubblico di Gesù e ci ricorda che incontrare Dio è come partecipare ad una splendida festa di nozze. Il matrimonio fra Israele e il suo Dio era come le giare del racconto di oggi: impietrito e imperfetto (sono sei le giare: sette – numero della perfezione – meno una): la religiosità di Israele è stanca e annacquata, non dona più gioia, non è più festa. Il popolo vive una fede molto simile alla nostra religiosità contemporanea, stanca e distratta, travolta dalle contraddizioni e dalla quotidianità, senza speranza. Durante il banchetto nuziale, ad un certo punto, viene a mancare il vino. Tutti capiamo la delicatezza della situazione: un matrimonio senza vino, nella cultura mediterranea (anche dalle nostre parti), è semplicemente inconcepibile. E nessuno sembra preoccuparsene, nemmeno fra i servi, nemmeno il responsabile del banchetto, il maestro di tavola. L’unica persona che si accorge dell’imminente catastrofe è Maria. Osserva, vede, capisce che qualcosa non funziona. E intercede: “fate quello che egli vi dirà”. Lei, la prima tra i discepoli, invita Gesù a intervenire. I servi, figura centrale del racconto, sono coloro che obbediscono, che perseverano, che non mollano. Ancora non lo sanno, ma il loro gesto fedele porterà frutto e rianimerà la festa. Insistere e compiere anche gesti all’apparenza inutili, continuare a riempire le giare, anche se incomplete, anche se imperfette, rende possibile il miracolo. Dio che trasforma l’acqua della quotidianità e della noia nel vino della gioia, ha bisogno della nostra “acqua”. Ma nelle mani di Gesù, quell’acqua si trasforma nel migliore dei vini. Il poco che abbiamo, “l’acqua insipida” della nostra vita, nelle mani del Signore può davvero diventare esperienza di vita nuova e gioiosa. Di fronte a questo segno, “i suoi discepoli credettero in lui”. La presenza di Cristo alle nozze di Cana – come nella vita di ognuno di noi – non lascia indifferenti, ma è fonte di novità. Il modo in cui Giovanni narra la reazione dei discepoli presenta la fede stessa come slancio e adesione verso una Persona viva, capace di sorprendere e ridare pienezza alla nostra esistenza! Di questo Cristo, oggi siamo chiamati ad essere discepoli e testimoni nel mondo.
Buona domenica e buona settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani.
Buona domenica e buona settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani.
Don Paolo, don Désiré, fra Luca, diacono Pierlorenzo
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